SETTIMANA
DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI 1998
A cura di Dani Noris e Patrizia Solari
Come ogni anno, dal 18 al 25 gennaio le Chiese
di tutto il mondo celebrano la settimana di preghiera per l'unità dei
cristiani. Questa è un'occasione per riscopertine/coprire la bellezza e la grandezza
della nostra fede. Non dobbiamo quindi limitarci a considerare questo momento
come un modo per ricucire degli strappi o per cancellare pregiudizi ma per far
memoria del mistero di Dio presente da sempre e per sempre nella storia dell'uomo.
L'appello del Papa Giovanni Paolo II all'unità dei cristiani intorno
ai martiri, ci sollecita a proporre ai nostri lettori un testo pubblicato recentemente
dalla Casa Editrice La Matriona, dal titolo: Se il mondo vi odia ... martiri
per la fede nel regime sovietico, di Irìna Osipova.
Questo
libro, ci dice l'autrice, è il frutto di cinque anni di ricerche negli
archivi del KGB e del Ministero degli Interni dell'ex Unione Sovietica, fino
a poco tempo fa inaccessibili: materiali inediti, che portano alla luce una
nuova pagina di storia del nostro secolo. Il racconto si basa su materiali istruttori
e processuali, rapporti e documenti degli organi repressivi, oltre che su dati
di archivi occidentali e memorie di sopravvissuti alle carceri, ai lager e ai
luoghi di deportazione.
"Se il mondo vi odia" è il primo libro e prende in esame i
principali processi collettivi montati contro i cattolici (dal 1923 al 1938);
la Casa di Matriona ha in preparazione altri testi dedicati alle persecuzioni
e alla testimonianza di fede resa dalla Chiesa ortodossa, dalla Chiesa cattolica
ucraina di rito bizantino e dai credenti di diverse confessioni.
Anna Vicini, nella sua introduzione al testo ci dice:" ... Recuperare il
martirio come fattore dell'unità e del cammino ecumenico, significa oggi
riconoscere le riduzioni e le menzogne in cui l'umanità è sepolta
a causa dell'odio del mondo nei confronti di Cristo incarnato, e riprendere
la strada dell'edificazione della Chiesa come unica speranza di salvezza per
l'uomo. Una presa di coscienza, questa, oggi derisa e combattuta senza esclusione
di colpi dalla cultura dominante, ma purtroppo disattesa anche da molti uomini
di Chiesa, che per non spiacere al mondo riducono il cristianesimo a "valori
comuni" da insegnare ai popolo, cioè ai valori stabiliti dagli stati,
dalla cosiddetta giustizia, ultimamente dai valori superbi ed effimeri del potere.
Oggi è purtroppo diffusa, anche tra i credenti, l'abitudine di condannare
le persecuzioni semplicemente come un fenomeno di intolleranza, di violazione
della libertà di coscienza e dei diritti umani, e guardare al martirio
senza accorgersi della radicalità della proposta di vita da esso offerta
anche alla nostra quotidianità.
(...) Lettere e testimonianze documentano più volte una letizia profonda,
misteriosa, l'esperienza della prossimità di Cristo, com'era avvenuto
per i cristiani delle catacombe. È racchiuso qui, nell'esperienza di
questa prossimità, il culmine della fecondità che si palesa nei
miracoli di umanità nuova che fioriscono ovunque, nel carcere, nel lager,
come vincoli di amicizia tenerissima, di paternità e di figliolanza più
forti dei vincoli della carne e del sangue. Si può veramente vivere così:
il miracolo di questa unità, di questa umanità vibrante e trasfigurata
è ciò di cui il mondo oggi ha disperatamente bisogno."